È passato all’incirca un anno dall’annuncio di Facebook sull’intenzione di sviluppare un algoritmo legato alla funzione discover-new-people basato sugli interessi comuni.

Tale formula infatti avrebbe come variabili non solo la distanza geografica e gli amici in comune, ma anche suggerimenti di persone, gruppi e community generati attraverso likes congruenti. L’immaginario vede il futuro utente sfogliare le anteprime di profili fuori dalla propria rete di amici, suggeriti attraverso l’intersezione delle passioni mutuali.

Le casistiche che hanno ispirato quest’idea sono riconoscibili in eventi ordinari della vita umana (come ad esempio un individuo che si trasferisce in una nuova città e non ha conoscenze) e gli intenti dell’implementazione dell’algoritmo sono volti alla creazione di legami più  solidi fra gli utenti, seppur virtuali.

Più in generale l’opera si può ricondurre ad un obiettivo madre, fondamentale per il successo di un social network: l’aumento del coinvolgimento dell’utente e il consequenziale prolungamento di quest’ultimo all’interno della piattaforma.

Per raggiungere la definizione di “sistema chiuso”, Facebook necessita di fornire al suo utilizzatore qualsiasi funzione in grado di esaudire le sue richieste e di soddisfare la sue esigenze; un interesse in comune è un’ottima partenza per l’avvio di un legame.

L’algoritmo è attualmente in fase di test: fra le aree prescelte ci sono Australia e Nuova Zelanda. Per il momento i confini fisici della sperimentazione non sembrerebbero in espansione.

Nonostante la creatura di Zuckerberg sia la regina della sua specie, l’innovazione proposta non sorprende eccezionalmente. Nel vasto panorama del mondo digitale, in particolare quello dei social media, esistono già strumenti similari: la Hobspot App ha infatti come scopo principale quello di connettere persone sconosciute attraverso la geografia e gli hobby. Ovviamente il contatto è creato fra le persone registrate all’interno di essa e attraverso una stima superficiale assolutamente non verificata, si può  tranquillamente affermare che i volumi di utenza di Hobspot siano inferiori a quelli di Facebook.

Un altro esempio in parallelo è quello di Linkedin: essendo una rete professionale, connettere persone con competenze e passioni comuni è una necessità in primis per l’efficacia di questo social e specularmente per il gradimento dell’utente. Da questo punto di vista il Like-Minded User Connection appare molto funzionale e sminuisce leggermente la visione di Facebook.

Si presuppone in effetti che gli utenti di Facebook abbiano già dei legami consolidati e siano già coesi con i vari gruppi da loro scelti, escludendo così il tempo destinato alla conoscenza di ulteriori profili; in questa luce, la nuova funzione di scoperta di persone risulta superflua ed effimera in termini di coinvolgimento.

Al contrario appare incredibilmente vantaggiosa in termini di profilazione e di segmentazione di pubblico per pubblicità e vendita; è probabile e quasi certo che l’intento primario dell’algoritmo sia proprio rivolto ad una rifinitura e ad un miglioramento dei servizi di advertising.

 

 

Fonte: http://www.domini.it/post/5786/nuovo-algoritmo-facebook/

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